giovedì 5 novembre 2009

Bardak e le domande impossibili!!!




Caro Bardak, mi arrogo il diritto di farle questa intervista per diversi motivi. Il primo in assoluto è che viviamo nella stessa città ed abbiamo avuto il modo di conoscerci e confrontarci personalmente, anche se per guardarla in faccia sono sempre costretto a stare in piedi su di uno sgabello, data la sua “altitudine”.
Ma venendo a noi, abbiamo appreso che non gradisce le interviste stereotipate quindi, si sottoporrà alla mia strana intervista che le estrapolerà le stravaganze che passano nella sua mente, consentendo agli zooppers di conoscerla un po’ meglio. Passiamo subito alla prima domanda:
Bardak è diventato sinonimo di Zooppa, ma lei, ha mai pensato quale possa essere il sinonimo del suo sinonimo in relazione ad un qualsivoglia prodotto grafico?
- Guardi, intanto dia del LEI al sinonimo di se stesso ma non a me, mi fa sentire vecchio! Io mi sento ancora un giovane pimpante, con un fisico scolpito nella roccia (capito Fridak?), pieno di vita e di ormoni scalpitanti. Tornando alla sua domanda molto “semplice” penso che prima di relazionarmi con il prodotto grafico è importantissimo discuterne con gli altri noi stessi, ovvero i nostri sinonimi, il bardak consumatore e il bardak creativo, perché io faccio grafica per me stesso, sono il primo consumatore diretto di quello che creo (tranne i cappelli cap.sac quelli sono veramente “troppo”).

Con molto piacere, sottolineo che le sue vittorie non si sono esaurite dopo aver vinto il contest di Streem Fest ma sono proseguite con una fornitura di cappellini Cap Sac ed un ottimo terzo posto nel contest Microsoft: ma lei, si è mai chiesto il perché, ogni qual volta vuole spegnere il suo pc, deve premere su “START”? Non le sembra un controsenso?
- Ma infatti è quello che mi chiedo ogni giorno, dopo il terzo posto mi aspettavo di essere finalmente “arrivato” a livello professionale, invece ogni volta devo sempre premere su “start” e iniziare da zero! Meno male che uso anche i macbook, w la apple! (si può dire o mi ritirano il premio?). Inoltre approfitto per invitarla a provare insieme a me, in giro per Catania, la comodità dei cappelli Cap-Sac con dentro un bel mazzo di chiavi! (io voglio quello Magenta, cosi fa anni ’80 come disse qualcuno su zooppa).

Zooppa è una comunità virtuale che oltre a stimolare la creatività riesce a creare delle relazioni sociali forti, che vanno anche al di là delle competizioni: vorrei sapere in sequenza: con chi giocherebbe a calcetto (componga una squadra a 5); con chi si farebbe uno spinello; con quale zoopperina interagirebbe orizzontalmente; chi menerebbe senza pietà; chi porterebbe allu Salentu.
Qua sfondi una porta aperta, ho già sognato tutto ciò (tralascio i racconti erotici), incomincio con la squadra di calcetto:
- Pinomerenda in porta! In base a come si difende da tutte le accuse che gli propinano lo vedo ideale! Poi metterei in difesa Aristotele e Piknik perché mi difendono sempre anche nella community :D Centrocampo Janhka metto te, sei sempre il mio intermediario preferito e in attacco gli metto Ema, con quella faccia da mastino che si ritrova lo vedo tosto da arrestare.
Lo spinello senza dubbio lo farei con Giornodisumano, con quella faccia da tossico e i pantaloni sfoggiati nella sua stramba veste da hippy non ho dubbi, è lui il mio uomo (oggi mi ha scritto “brava…”)
Ora passiamo alla parte HOT, senza dubbio scelgo la provocante HappyAlexia, tanto so che è fidanzata e non mi fila di striscio, anche se la Fridak e la Cinzia sono molto attraenti e intriganti. (ora non iniziate a scannarvi tra di voi per avere la precedenza per cortesia…).
Menerei senza pietà? Begood senza esitazione ahahah solo per quante volte dice di essere “professionista” emmobbasta! :D Non sono un tipo violento, però magari punirlo con piccoli gesti come rompergli le punte delle matite, fargli scomparire la cartaigenica dal wc, citofonargli in piena notte etc…

In Salento porterei con me (dovete capirmi) una donna…non so perché ma mi dà l’idea di una splendida compagna di viaggio la Stefygraf! Mi trovo sempre bene a parlare con lei, e poi chissà che non nasca altro muahahah, un bicchiere di vino di troppo, la musica giusta….sto divagando ovviamente (tristezza).
L’abbiamo vista strimpellare la chitarra nel video per la promozione del singolo di Mika: se dovesse suonare qualcosa a qualcuno, quale canzone sceglierebbe?Ed a chi la dedicherebbe?
- Ho già detto che suonerei il citofono a begood in piena notte ma non vale vero? :D Dedicherei senza dubbio a tutti voi “Your Song” di Elton John, per esprimervi il mio amore e mostravi il mio lato mieloso e sdolcinato (e poi scomparire).


Un ultimo pensiero lo rivolgiamo a Zooppa: quali prospettive vede in questo Social Network, in riferimento alla crisi che il mondo vive al giorno d’oggi? Ha delle idee su come gli Zooppers potrebbero rivoluzionare il sistema economico attraverso la grafica ed il video?
- Il problema sta alla radice del nostro paese, nel nostro governo, c’e’ bisogno di un uomo forte e dalle moltecipli risorse intellettuali, che sappia trascinare la folla e soprattutto che con una sola parola sappia esprimere svariati significati…insomma sto parlando di Denny, è lui il Messia da seguire per risollevare zooppa ed il mondo intero :D Io lo venero ma lui non lo sa.

Ecco ora che ho finito, mi sono già pentito di quello che ho scritto!


Allora io la saluto cordialmente dicendole SABBANADICA e colgo l'occasione per salutare tutti gli amici Zoopper, della settimana e non..

Jahnka

sabato 12 settembre 2009

Prova a leggerla

Fattivamente il nesso che lega la causa all'effetto esiste solo se e quando l'effetto diventa anche la causa e non semplicemente viceversa. Paradossalmente si evince che non essendoci effetti latenti, la causa desiste dal commettere un'azione repressiva ma si converte in effetto per via della causalità. Ed effettivamente anche se effimero e perfetto, non sarà mai causa scatenante, ma bensì un effetto causato dall'antefatto fatto che, ponendosi come base per l’ascesa tanto attesa, diventa un semplice atto di circostanza. E se mai ce ne fosse bisogno si potrebbe chiamare in giudizio il fittizio dazio che si fa spazio all'interno di un conviviale sodalizio, che per quanto possa essere propizio, non concede mai lo sfizio di esaltare la sua razio. Per concludere il concetto ci vorrebbe un altro effetto, di concausa manifesta che la razio non arresta e se a causa del suo effetto è la razio a far contatto, attenziona quel concetto è la causa a dar l’effetto.

venerdì 11 settembre 2009

DISANAPIANTA

Da tempo mi affascina l'odore della primavera, ed oggi, 14 Aprile 2009, ne ho colto l'essenza in modo semplice e puramente casuale, sottolineo come spesso mi capita.
Ero di ritorno a casa da un appuntamento di lavoro e percorrevo la via Caronda, che poi di rado mi piace occuparla per godermi lo scorcio in lontananza della cupola della chiesa madre, quando ad un tratto vengo travolto da un'onda anomala di gelsomino.
Descriverlo in poche righe mi farebbe rischiare di prendere una querela dalle mie sensazioni, quindi preferisco provare a descrivere i legami che mi tengono ammanettato ad esso:
sin da bambino ricordo di aver avvertito la sua fragranza e, ad oggi, resta in me una traccia d'immagine che mi dipinge attonito a fissare il rampicante di Jasmine che con dinamica mobilità si intrecciava sul muretto di una simpatica villa in quel di marina di Noto. Avrò avuto forse 5 o 6 anni, ma ripercorro i dettagli come se fosse accaduto qualche ora fa. Ebbene si, gelsomino, originario del Malabar nelle Indie Orientali, fu importato nell'Europa dai navigatori spagnoli in epoca non ben precisata fra il 1524 ed il 1528. Ma in Italia sembra però che esistesse anche prima di quel tempo, e ne fa prova una figura di tal fiore ben disegnata e colorita che si trova nel Codice lasciatoci dal Rinio "Liber de Simplicibus" scritto nel 1415. Storia a parte intendo, non a caso, ribadire l'anglosassonizzazione del suo personalissimo suono vocale: “Jasmine non a caso”, perchè fu protagonista dell'unico tentativo di conquistare una donna attraverso dei fiori anche se non consueti. Era l’estate scorsa ed inviai una composizione molto sfiziosa che conteneva un girasole, acquistato direttamente al vivaio, una pianta di peperoncino rosso, gentilmente rubata dalla Mati, un limone compreso di gambo e foglia, acquisita dopo aver depauperato uno splendido albero di limoni in quel di Pennisi ed il gelsomino appunto, avvistato nottetempo a via del Rotolo, dopo una soffiata giuntami dal Carlitos. Ricevuta dal destinatario la sudescritta composizione 10 giorni dopo e quindi, date le temperature tropicali, valutata sicuramente come natura morta, vengo a sapere che il ricevente non aveva individuato la provenienza, causa volontà di non scrivere le mie generalità sul bigliettino..mah!! Lo stesso destinatario, di sesso rigorosamente Femminile, era stato designato dal mio udito, esattamente come l'omonima donna di Aladino e dopo una serie di futili tentativi di mettere un cervello impregnato di gelsomino davanti alla sua dimensione reale, perdo di contatto, per via di forze maggiori, probabilmente ed anche un pò volontariamente poco controllabili. Sta di fatto che nel mio immaginario Jasmine voleva rappresentare l’odore del paradiso, il girasole il volto del purgatorio, il peperoncino il simbolo floreale dell’inferno ed il limone il frutto della nostra terra, affinchè costei avrebbe avuto un’altra storia da tramandare durante i suoi futuribili viaggi. Certo, devo dire che già mi vedevo lì a coccolarmela a mio modo, decantando le patologiche smanie da narciso, ma con una lampada in mano e pronto ad esaudire qualsiasi suo desiderio. Sfrega che ti risfrega rifletto sul fatto che oggi, 14 aprile 2009, la bimbetta compie 24 anni e sicuramente vale molto più di me, sia a livello di tenacia, ma sopratutto di conto in banca. Tanti auguri a te che sei nata nel giorno che per me rappresenta la morte, o perlomeno la chiave del cambiamento interiore; solo che questo mio compleanno un po’ atipico, di anni ne compie sei, e ciò che acquisisco, ormai senza stranezza, è il tempo che scorre mestamente e silenzioso, ma forse solo perchè lo vivo con il bene dell'eredità ed il profumo di gelsomino. E così, casualmente e tempisticamente il mio calendario biologico mi ha consentito di ricordare attraverso l’odore che mi piace di più, sia un evento che un cambiamento, ma non solo.
L’unica soluzione che mi rimane è boicottare anch’io il "Gran Diavolo". Questo strano soggetto che si trastullava del suo essere granduca prima che la morte lo rubasse a Firenze nel 1547 e che fece di Jasmine il suo amante floreale ed emblema dei suoi gradi, a tal punto da proibire, a chiunque avesse accesso ai suoi giardini, di estirparne anche solo un piccolissimo fiore; ma in questi casi si sa, anche un caso fortuito può agevolarne la propagazione.
Infatti, un mio alterego giardiniere vissuto proprio in quel periodo, volendo offrire gentil dono alla propria donna pensò ad un ramoscello di Gelsomino, ed anch’egli lo rubò, nella reggia del “Gran Diavolo”. La donna, a differenza, lo ricevette brevi mano e qualche ora dopo la sua raccolta, gradendo moltissimo il gesto, ma curante del fatto che se fosse passato del tempo, sarebbe finito come natura morta, decise di piantarlo sul suo giardino affinchè la terra potesse conservarlo più lungamente.
Infatti, Jasmine mantenne il fu suo colore verde naturale e quando primavera si riprodusse liberamente nei suoi candidi colori e profumi, come natura vuole. Ed è grazie alla giovane donna che oggi ho potuto godere di cotanto fascino per i miei sensi, perché la leggenda narra che fu proprio quello il momento della diffusione definitiva e sono sempre più convinto che un uomo, capace di poter cogliere l’essenza del gelsomino è “ricco” abbastanza per poter infondere semplicemente felicità.

venerdì 4 settembre 2009

Pensiero Fisso

Impalpabile se osservi dall'esterno,
dentro arde come il fuoco dell'inferno.
Poi arriva e tu provi ad annientarlo,
mentre ancora tu ti chiedi: perchè farlo!
Con distacco e irriverenza lui ti tiene in dipendenza,
urla il matto, non è un fatto
ma non serve neanche il tatto.
Non esiste una ragione ma si mostra in sicurezza,
ed è vero tu lo senti sembra quasi una certezza.
E' piantato, è incisivo come fosse ancora vivo,
come un chiodo ben saldato nella mente del dannato.
Ti rivolti, ti analizzi, sembra che ti polverizzi,
Non complesso, non è amplesso,
ma un pensiero sempre fisso,
che ti scalza o t'incalza nelll'abisso.

Se vai piano ti sbrighi prima

Noto che una nota anche se non nota può essere notata o annotata..ma questo da cosa dipende? Se fosse dipeso da chi pensa che la dipendenza da questo strumento dipenda dal lato in cui pende la propria attenzione,magari mi troverei d'accordo. Ma a quanto pare chi lavora o chi studia o chi non fa nulla ha comunque un'attenzione nei confronti di un attesa novità da parte di chi per abitudine o per volontà si trova a dover attendere. Ed è proprio annotando e quindi comunicando che si sviluppano diversi concetti di comunicazione che a volte comunicano pensieri, stati d'animo o semplicemente riflessioni personali che spesso comunicativi risultano essere. Potrebbe essere interpretato anche come un sistema di osservazione, mirato ad osservare chi ti osserva anche se osservando decide di restare in silenzio o semplicemente il frutto di un osservatore distaccato che non vede l'ora di divorare un piatto a base di lettere e contenuti. E allora mi chiedo: quanto questa danza di parole può saziare la fame di un individuo affamato di sapere e generare in esso dei percorsi immaginari solo attraverso la fantasia??Basterebbe semplicemente concettualizzare le tematiche ed aprire la mente ad una concezione nuova di concetto filosofico di parole, che segue delle ritmiche atipiche e ritmate da un ritmo melodicamente e gradevolmente astratto.
Lodevole è infine il riscontro di lodi recepito anche se resta immutato il pensiero che recita: a chi lo devo?
Mi sa che devo fermarmi n'attimo và...

Teatro

“ Ti vedo profilare come un’ombra cinese nell’alone abbagliante dei riflettori "..così è che ti senti quando sali sul palco di un nuovo teatro, mentre già pensi a quell’agognato applauso che riscaldi l’anima di chi ha messo in gioco tutto, attraverso un volto ed un pezzo di carta che ti suggerisce le battute.
Leggi, ripeti, la studi e poi parli e diventa una parte di te che ti consente di interpretare qualcuno che non per forza ti deve rappresentare; ma resti sospeso nel divenire quanto più simile, a tal punto da credere che sei veramente tu, quando di fatto non lo sei. Hai studiato per essere così e non per sempre, ma solo finchè ne avrai voglia, mentre lo specchio del retroscena ti ha accompagnato e consentito di osservarti nella trasformazione da ciò che sei a ciò che dovrai credere di essere e che forse ti piacerà talmente tanto che farai fatica a svestirti. E’ una lotta tra il piacere di continuare a camminare su di un filo talmente sottile da portarti il cuore in gola ed una sadica difficoltà nel trovare il coraggio di lanciarti in un vuoto che non sai cosa nasconde. Magari arriverai giù e troverai ad accoglierti un rovo di spine o forse prima delle spine potrai godere di un applauso così scrosciante che trasformerà la tua vista annebbiata in un chiaro e limpido raggio di sole, che illuminerà il tuo momento di gloria..per te e per tutti gli altri!

mercoledì 22 aprile 2009

CHI E' GIANCARLO PREGADIO

Una scommessa nata il 1 Maggio 2006. Una nuova concezione di consulenza aziendale capace di essere compresa da tutti e la forza di un giovane che ha scommesso il suo futuro su un lavoro del tutto nuovo.
Sono questi i fili conduttori che legano Giancarlo Pregadio alla Sicilia. www.i-manager.it , una società che mira esclusivamente alla ricerca dell’innovazione, alla massimizzazione dei profitti aziendali attraverso una concezione del lavoro legata all’immagine, alla realizzazione di Business Plan ed al monitoraggio dei costi di gestione.

Un curriculum in crescendo: soluzioni innovative nel comparto sanità , coronate dal premio nazionale come miglior campagna di prevenzione nella scuola primaria in collaborazione con la AUSL n.4 di Enna nell’ottobre del 2006, un’esperienza significativa nella formazione e-learning, ideando corsi di formazione tenuti esclusivamente su piattaforma multimediale (internet); la consulenza business plan offerta per la Start Up I-Labs S.r.l., che ha consentito grazie all’ottenimento della seconda posizione e del premio CONFINDUSTRIA Palermo, l’accesso al PNI Premio Nazionale Innovazione tenutosi a Napoli il 4 Dicembre 2007. Un risultato di prestigio che ha permesso, per la prima volta in assoluto a due giovani ennesi, di entrare fra le 35 migliori idee d’impresa italiane riconosciute dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Nel Novembre 2008 partecipa alla Start Cup Catania, con il brevetto I-Mask, una mascherina per anestesia pediatrica, che gli consente di classificarsi 4°, ottenendo nuovamente il riconoscimento per la competenza nella realizzazione del Business Plan di progetto e l’approvazione da parte di tutte le strutture pediatriche d’Italia per l’avanzamento del progetto di ricerca.

Inoltre nel Dicembre 2008 – Gennaio 2009 ha realizzato il Business Plan di fattibilità per due delle nove infrastrutture autoportuali della Regione Sicilia.

Ma l’anno 2009 ha riservato un ulteriore progetto sperimentale, in fase di realizzazione, un social network orientato allo sport, in collaborazione con il Coni Sicilia www.Sportmessenger.it .

Ad oggi ha editato, in collaborazione con professionisti del settore, 9 volumi esclusivamente dal contenuto medico, para medico e psicologico, curandone testi, impaginazione, illustrazioni e distribuzione.
Inoltre, data la valenza scaramantica del giorno numero 1, il primo settembre 2007 costituisce l’associazione Mama, che per volontà di un gruppo di giovani professionisti nel settore psico-pedagogico seguirà l’andamento delle disabilità infantili con l’obiettivo di trovare soluzioni per l’integrazione sociale dei giovani disabili.

“Ho scelto la trinacria perché credo mi rappresenti più di ogni altra cosa. L’obiettivo principale è per me dare motivazione ai giovani siciliani che tendono a lasciare l’isola per cercar fortuna altrove. E’ una scommessa a lungo termine ma credo che con il contributo delle idee possiamo ritornare competitivi ritrovando il piacere di vivere la nostra terra. A volte la parola innovazione sembra utopistica ma non è così, basta crederci sempre e comunque anche quando si riscontrano delle difficoltà”.